Live & Rarities, la raccolta di Rino Gaetano autorizzata dalla famiglia, dice soprattutto due cose: che Rino era un gigante (e questo si sapeva), e che è più vivo lui da morto che molti suoi colleghi da vivi.
La beatificazione postuma, nonché acritica, è una italianissima maniera per sdoganare artisti sottovalutati in vita. E’ certo il caso di Gaetano: troppo ironico, e troppo “poco schierato”, nel marasma politicizzato dei Settanta. La sua morte (nel 1981) ne ha complicato l’analisi artistica. E non hanno aiutato, se non nel riverbero del ricordo, certe fiction ben poco filologiche.
Rino Gaetano era una supernova.
Riascoltati oggi, perfino gli “scarti” di Gaetano raccontano il presente più della maggior parte dei suoi colleghi vivi. Anche nelle sue tracce figlie di un Dio minore, c’è quel mix di lunarità e ironia disillusa.
Rino non è invecchiato,lui è sempre lì, in bilico tra sorriso e sfacelo, a battere il tamburo. A inseguire illogiche allegrie. Lui non c’è più, le sue canzoni si.
venerdì 8 maggio 2009
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